Costantino Gaetani

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Costantino Gaetani, o Caetani (Siracusa, 1568[1]Roma, 7 settembre 1650), è stato un religioso ed erudito italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Siracusa nel 1568 da Barnaba Gaetani, marchese di Sortino, e da Girolama Perni dei baroni di Floridia. Il 29 ottobre 1586 entrò nel monastero benedettino di San Nicolò l'Arena a Catania. Nel 1603 fu chiamato a Roma da papa Clemente VIII per servire la Sede apostolica. A Roma collaborò con il cardinale Cesare Baronio, fornendogli molti materiali per i suoi Annales Ecclesiastici.[2] Papa Paolo V lo nominò abate dell'abbazia di San Baronto nella diocesi di Pistoia. Nel 1621 fondò a Trastevere il Collegium Gregorianum come centro di studi benedettini e destinato ad ospitare gli appartenenti all'ordine in visita a Roma. Donò al collegium i codici e manoscritti raccolti nel corso dei suoi studi, fondando la Bibliotheca Anicia, che nel 1666 venne trasferita alla Biblioteca universitaria Alessandrina.

Curò l'edizione critica dell'Opera omnia di san Pier Damiani[1], che divise in quattro volumi pubblicati tra il 1606 e il 1640 (le lettere nel 1606, i sermoni e le vite dei santi nel 1608, gli opuscoli nel 1615 e i carmina nel 1640)[3]. Nel 1638 curò l'edizione della Vita di Gelasio II di Pandolfo Pisano, rinvenuta in un codice conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, inserita dal Muratori nel Tom. III Par. II dei suoi Rerum Italicarum scriptores (Milano 1723).[4][5]

Sulla base di manoscritti italiani, sostenne che l'autore della celebre Imitazione di Cristo fosse il padre benedettino Giovanni Gersen, abate di S. Andrea di Vercelli, in polemica con Heribert Rosweyde che ne attribuiva la paternità a Tommaso da Kempis.

Gaetani raccolse moltissimi documenti e codici sulle vite dei santi, forse in vista di una pubblicazione, poi mai realizzata. Uno studioso contemporaneo riferisce che Gaetani possedeva non meno di 300 manoscritti inediti contenenti vite di santi, una raccolta che un autore recente definisce: 'une sorte d'Acta Sanctorum avant la lettre'.[6] Collaborò con il fratello Ottavio alla redazione delle monumentali Vitae Sanctorum Siculorum, procurandogli numerosi e antichi codici manoscritti.[7]

Sostenne che san Benedetto appartenesse all'antica famiglia romana degli Anicii e che la sua casa paterna fosse dove più tardi era sorta la chiesa di San Benedetto in Piscinula. Nel 1639 in occasione degli scavi per le fondamenta del Collegio gregoriano a Trastevere, che aveva ottenuto per ospitare i monaci benedettini in visita a Roma, riportò di aver visto i resti di un'antica chiesa dedicata ai martiri Ciro e Giovanni, secondo l'iscrizione presente sopra l'architrave[8].

Tra i suoi molteplici interessi non fu secondario quello per la famiglia Caetani /Gaetani, di cui seguì le vicende in varie località, soprattutto a Roma e a Pisa, ricollegandola al ceppo Gaetani attestati in Sicilia, al quale egli stesso apparteneva: la sua tesi che i Caetani/Gaetani derivassero da un unico ceppo discendente dai duchi di Gaeta non ha trovato conferma negli studi più recenti.

Alla sua morte, venne sepolto nella chiesa di San Benedetto in Piscinula[9].

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Lasciò varie opere manoscritte, tra le quali:

  • De nummis et numismatibus in honorem B. Mariae Virginis cusis libri duo. Quest'opera viene citata da Ippolito Marracci in Biblioteca mariana vol. 1 pag. 295, e da Philippe Labbe in Bibliotheca nummaria (in Bibliotheca bibliothecarum curis secundis auctior, pag. 249).[13][14]
  • Opuscula quaedam Ambrosii Authperti Magistri in humanioribus Caroli Magni et abatis s. Vincentii de Volturno prope Capuam fluvio.
  • Opuscula s. Bertharii abbatis Montis Casini et m.sanguine regum Gallorum.
  • Opera s. Bruni episcopi Siguini, tomis quatuor compraehensa et scholiis et argumentis illustrata.
  • Opuscula et epistolae s. Columbani abbatis Bobiensis cum notis et argumentis.
  • Sermones et alia opuscula Joannis Gessen benedictini abbatis s. Stephani Vercellarum cum apologia pleniori et auctiori, illum fuisse legitimum auctorem librorum de Imitatione Christi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b G.I. Gargano, N. D'Acunto (a cura di), Pier Damiani, Opere vol.1.1. Lettere 1-21, Città nuova editore, 2000, p.102
  2. ^ Baronius in Annal. vol. 11. an. 1002 n. 4 an. 1065 n. 16 an. 1072 n. 34 e vol. 12 an. 1119 n. 3.
  3. ^ D. Baldoni, "L'abate Costantino Caetani (1568-1650) editore delle opere di S.Pier Damiani (1604-1640)" in Ascetica cristiana e ascetica giansenista e quietista nelle regioni di influenza avellanita (Atti del I convegno del Centro di studi avellaniti), Fonte Avellana 1977, pp. 111-125.
  4. ^ Angelo Fabroni, Memorie istoriche di più uomini illustri pisani, vol. 1, Pisa, Presso Ranieri Prosperi, 1790, p. 63.
  5. ^ Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, vol. 3, Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in regia cura, 1723.
  6. ^ Leone Allacci, Apes Urbanae (Roma, 1633), pp. 75–6 e José Ruysschaert, Costantino Gaetano O.S.B. Chasseur de manuscrits in Mélanges Eugène Tisserant, vol. VII, pt. 2, Studi e Testi 237 (Città del Vaticano, 1964), p. 266. Citati in: Simon Ditchfield, Liturgy, Sanctity and History in Tridentine Italy: Pietro Maria Campi and the Preservation of the Particular, Cambridge University Press, 2002, p. 151.
  7. ^ Rosario Contarino, Ottavio Gaetani, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 51, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998. URL consultato il 6 luglio 2019.
  8. ^ M. G. Zanotti, voce "Ss. Cyrus et Iohannes", in Eva Margareta Steinby (a cura di) Lexicon topographicum urbis Romae. Volume I. A-C, Roma 1993, p.339.
  9. ^ Antonio Nibby, Roma nell'anno 1838, Roma 1839, p.129. In merito ai suoi studi sulla famiglia Caetani cfr., da ultimo, Giovanni Pesiri, Un taccuino di viaggio dell'abate Costantino Gaetani (1603). Appunti su Pignataro Interamna, Ausonia, Fondi, Maenza e Velletri, in Le scritture della storia. Studi offerti dalla Scuola Nazionale di studi medievali a Massimo Miglio, cur. F. Delle Donne, G. Pesiri, Roma 2012, pp. 51-110.
  10. ^ Claudio Leonardi, Antonella Degl'Innocenti, I santi patroni: modelli di santità, culti e patronati in Occidente, CT, 1999, p. 170, ISBN 9788886924108.
    «L'opera di Costantino Gaetani, benedettino cultore di studi classici, amico del Baronio al quale forni materiale per i suoi Annali, rappresenta una rarità nell'ambito della letteratura agiografica del tempo. L'opera è, infatti, ricca di note e documenta una ricerca accurata delle fonti nella ricostruzione delle vite dei tre santi che oltre ad essere benedettini furono, anche se in misura diversa, baluardi della fede in terra ispanica. Testimonianza dell'impegno filologico del Gaetani è la pubblicazione in questo medesimo volume di alcuni scritti minori o spuri di Isidoro di Siviglia: Sermo de nativitate Domini, Sermo de sanctis angelis, Commentariorum fragmenta super regulam S. Benedicti, Liber de conversis ad monachos, Epistula ad Masonem episcopum, Prologus in synonimorum libros, Oratio vel consessio ad Deum
  11. ^ L'opera fu pubblicata contemporaneamente a Parigi per i tipi di Sébastien Cramoisy: Venerabilis viri Ioannis Gessen ... De imitatione Christi, libri quatuor. A nonnullis antehac Io. Gersoni, ab aliis Thomae a Kempis tributi. Nunc vero a domno Constantino Caietano ... recensiti, ex officina Niuelliana, 1616.
  12. ^ DBI.
  13. ^ Ippolito Marracci, Bibliotheca mariana alphabetico ordine digesta, vol. 1, typ. F. Caballi, 1648, p. 295.
  14. ^ Philippe Labbe, Bibliotheca bibliothecarum curis secundis auctior, excudebat T. Maurry, impensis L. Billaine, 1672, p. 249.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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